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Siamo fra le dolci colline nei dintorni di Cosenza e il nome Spadafora è da sempre legato ai vini di questi luoghi. E ancor di più Ippolito Spadafora, che ne incarna il senso: territorialità, lungimiranza e una spiccata abilità nella diffusione del prodotto e del nome.
La cantina si dimostra sempre attenta alle tendenze del momento e ai trend di consumo, e anche in questa ultima annata si registrano alcune novità: Arsura, rosato da solo magliocco dolce, e la buona performance del recentissimo Dolcemare, da greco bianco in purezza, ottenuto da due passaggi in vendemmia, effettuati a diverso grado di maturazione, vinificati separatamente e poi assemblati. Da rimarcare lo studio attento rivolto al packaging di etichetta e bottiglia.
Proprietà: Famiglia Spadafora
Conduzione enologica: Cosimo Spina
Conduzione agronomica: Cosimo Spina
Viticoltura: Convenzionale
Ettari vitati: 60
Bottiglie prodotte: 600.000
Vendita diretta: Sì
Visite in azienda: Sì
Produzione olearia: Sì
Anno di fondazione: 1915
Giallo quasi dorato. Al naso pare di immergersi in un giardino di profumi a primavera inoltrata: e allora margherite, sbuffi di ginestra e acacia, ricordi di zafferano e poi miele su un fruttato dolce e maturo. In bocca è delicato, suadente, dal sorso morbido, in cui si insinuano freschezza e sapidità, chiudendo con una sostenuta sequenza. Le uve sono raccolte in due tempi, poi fermentazione e maturazione si svolgono in acciaio.
Spaghetti limone e parmigiano.
Trama fitta rubino intenso e luminoso, lento nel calice. L’impatto olfattivo pone in evidenza la sua possanza e riporta alla confettura di amarene e mirtilli, insieme a petali di rosa, cioccolato e caffè. Ancora una leggera grafite per una beva che di diritto e senza sconti è morbida e vellutata. Vino polposo, di buon equilibrio e lenta persistenza. Riposa per 24 mesi fra acciaio e legno di rovere. Cannelloni al ragù di salsiccia.
Rubino deciso. Il ventaglio odoroso spande volute di frutta rossa, come la prugna e il ribes, poi una carica erbacea che richiama la salvia e il bosso, e ancora pepe nero e liquirizia. Al palato risulta equilibrato fra morbidezze e durezze, avvolgente, pieno e persistente, con echi fruttati. Fermentazione con criomacerazione, poi solo acciaio per 6 mesi.
Bollito misto.