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Rimanere custodi della più antica tradizione cirotana e del suo terroir
ricco di storia e, al tempo stesso, emozionare con novità che seducono gusti cosmopoliti, specie negli Stati Uniti: è questa, in sintesi, la sfida dei giovani Ippolito, i fratelli Vincenzo e Gianluca e il cugino Paolo.
Giunti al timone della secolare azienda di famiglia, hanno intrapreso un percorso di crescita e rinnovamento che valorizza sia i vigneti, da anni convertiti a conduzione biologica, sia la cantina. Ne stanno beneficiando i loro Cirò più classici, da vecchie vigne d’alta collina; fra questi brilla il risultato conseguito con la Riserva Colli del Mancuso 2017, in una gamma di etichette apprezzabili per freschezza, eleganza, equilibrio e mineralità.
Proprietà: Famiglia Ippolito
Conduzione enologica: Staff aziendale
Conduzione agronomica: Staff aziendale
Viticoltura: Biologica
Ettari vitati: 100
Bottiglie prodotte: 600.000
Vendita diretta: Sì
Visite in azienda: Sì
Anno di fondazione: 1845
Rosso luminoso, dalla tipica densità cromatica.
Naso potente, che esprime una ricchezza complessa e articolata: lampone macerato e susine, tabacco da pipa, vaniglia e polvere di cacao; poi ricordi di mallo di noce ed eucalipto evaporano in un leggero mentolato. Al palato l’equilibrio è definito, i tannini regnano senza sopraffare. Vino promettente e godibile già adesso, che regala un finale persistente e preciso. Matura per quasi 2 anni fra acciaio e rovere di Allier da 500 litri.
Capretto in umido.
Rosso granato. Interessante sequenza di marasca e frutti di bosco, origano e sigaro toscano, con sfumature di cedro e legno di ebano. L’assaggio non smentisce il naso, ma è a tratti più austero; tannini in leggera evidenza si aggiungono a freschezza e calore. Buona la lunghezza e la prospettiva che fa guardare lontano. La maturazione è lunga, 24 mesi, di cui 18 in botte grande di Allier, e ancora 6 anni in vasche di cemento.
Braciole di cavallo alla pugliese.
Giallo paglierino luminescente.
Il fruttato si dispone sui toni della pesca, poi erbe di montagna, timo e origano; a chiudere un ricordo di miele. Al gusto conferma con eleganza spessore ed equilibrio; la freschezza vibrante accompagna verso un finale di garbo. Fermenta parte in acciaio e parte in cemento, poi in acciaio per 5 mesi.
Carbonara di mare.